Settantacinque anni fa, precisamente il 10 febbraio 1947, grazie all’intraprendenza di don Pietro Parducci, parroco della chiesa di San Pietro in Palazzi, l’arcivescovo di Pisa Gabriele Vettori istituì la “Casa della Carità Cardinale Maffi”. Le attività erano all’epoca costituite dalla gestione di un asilo infantile, di un orfanotrofio femminile e di una casa di riposo per anziani. Col passare degli anni la realtà assistenziale cresce, si modifica, si espande e si professionalizza al passo con l’evolvere della società e dei suoi bisogni. Oggi, dopo 75 anni, quando la Fondazione Maffi si è chiesta che cosa ha caratterizzato la sua storia, la sua identità e anche il suo futuro è emersa l’espressione, “imparando dai più fragili”.
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L’Arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto, parlando agli operatori della Maffi, ha recentemente detto che "tre quarti di secolo cominciano ad essere un tempo di tutto rispetto” e che è importante dare peso alla memoria, tornare sulle origini per meglio interpretare il presente.
Dunque, 75 anni imparando dai più fragili, perché come dice il presidente Franco Falorni, “ciò che ci ha sempre animato è stato un interesse, una vicinanza e una relazione forte con le persone fragili, intuendo che da essi si può apprendere molto. Questo lo sanno soprattutto gli operatori che sono con loro a stretto contatto, e sanno vedere il paradosso della forza e della bellezza che passa anche attraverso la fragilità.” La Maffi ha imparato dai disabili, dagli anziani, dalle persone con disabilità psichica e anche dalle persone in stato vegetativo. I fratelli preziosi (così vengono chiamati gli assistiti all’interno della fondazione) dimostrano capacità sorprendenti di recupero, di adattamento, di resilienza, come si dice oggi. E tutto questo è un tesoro per la società civile, per tutti, qualcosa da cui trarre beneficio per imparare a vivere in tutte le stagioni della vita, fino alla fine della vita terrena. Ecco perché la celebrazione di questo traguardo non può essere qualcosa da vivere a porte chiuse, tra i soli addetti ai lavori, ma deve essere una festa aperta a cui invitare tutti coloro che intuiscono la portata di questo lavoro di cura che è a beneficio di tutti. La festa prevede 4 momenti differenti: una mostra d’arte a Palazzo Blu, legata ad immagini e storie dalla sede psichiatrica di Fivizzano, la presentazione di un libro all’interno del PisaBook Festival (Il dito medio di Romina a cura di Franco Falorni, Pacini editore), uno spettacolo teatrale al Verdi di Pisa, con la regia di Lamberto Giannini, Rachele Casali e la partecipazione del prof. Rocco d’Ambrosio della pontificia università Gregoriana, e l’inaugurazione di una delle case restaurate, quella di Collesalvetti. Ciascuno di questi eventi sarà occasione di mostrare che cosa si intende per imparare dai più fragili. Tutti sono invitati alle “4 lezioni” del percorso di festa della Maffi.